Radicofani Hotel - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
  Tra i monumenti più importanti citiamo: la Chiesa di Sant'Agata, eretta nel XIII sec. in stile Romanico, ha una facciata lineare e campanile quadrangolare.
 All'interno è decorata in stile gotico, e divisa in tre navate, conserva una terracotta raffigurante "l'Annunziata".
 Segnaliamo inoltre la Chiesa di San Pietro, il Palazzo Pretorio, il Castello con i resti delle fortificazioni medievali.
 La Rocca di Radicofani è sita su un colle alto 896 metri, tra i fiumi Paglia e Rigo, a circa 70 km a sud di Siena.
 La possente Rocca di Radicofani svetta da più di mille anni, fu nominato per la prima volta nel 973, dalla cima di una imponente rupe basaltica di 896 metri, dalla quale domina tutto il territorio posto fra il Monte Cetona, la Val d'Orcia e il Monte Amiata. Ai suoi piedi passava un antico passo della via Cassia, poi Francigena o Romea, e fu senza dubbio questo a determinare la sua nascita e la sua storia, da sempre indissolubilmente legata a questa strada. Il valico di Radicofani fu protagonista di un episodio storico unico nel suo genere: verso la seconda metà del XV° secolo i Senesi, preoccupati dal fatto che un largo tratto della strada risultava difficilmente controllabile dalla Rocca, lo sostituirono, dopo averlo reso inagibile, con un nuovo tracciato che passava sotto le fortificazioni.
 Per la sua importanza strategica la Rocca fu da sempre contesa ed è quasi impossibile tracciare la sua storia molto frastagliata. Inizialmente Radicofani fu sotto il controllo dell'abbazia Benedettina del Monte Amiata ma ben presto i conti Aldobrandeschi, nel 1081, cercarono di sostituirsi ai monaci come poi i Conti di Chiusi, i Manenti di Sarteano. Il controllo dei Senesi iniziò nel 1139, quando il conte Manente di Pepone donò una sesta parte del castello al Vescovo di Siena. Ma i monaci non si arresero e si giunse ad un compromesso con l'aiuto della Chiesa Romana, alla quale fu concessa, nella figura di Papa Eugenio III, in locazione perpetua metà della rocca. Adriano IV, successore di Eugenio, fece subito fortificare il castello e nel 1198 Innocenzo III lo potenziò ancor di più. Da questo periodo in poi Radicofani si trovò continuamente al centro delle lotte tra Siena e l'alleata di dei fiorentini Orvieto, con la costante intromissione del Papato romano. Ricordiamo solo i fatti storici principali: nel 1262 la rocca divenne sede della famiglia Salimbeni, guelfi fuoriusciti da Siena, l'anno successivo i senesi la riespugnarono distruggendone poi le mura. La situazione si ripete nel 1264-65, poi ci furono una rivolta contro il potere della Chiesa (1284) e nel 1295 divenne il centro del famoso brigante/soldato di ventura Ghino di Tacco, che da qui sferrò numerosi attacchi ai senesi. Nel 1301-1302 Radicofani fu di nuovo al centro della guerra condotta da Guido di Montfort e Margherita Aldobrandeschi, ghibellini, contro i comuni guelfi alleati del papato. I Guelfi vinsero la guerra e la rocca restò in pace per diversi decenni sotto il controllo del papato.
 Siena iniziò a muoversi con decisione per ottenere di nuovo il potere su Radicofani nel 1352 ma nacque una forte controversia fra le due potenze, sanata con la concessione papale della signoria sul castello nuovamente alla famiglia Salimbeni. Finalmente, nel 1405, la Signoria Senese e la famiglia Salimbeni sottoscrissero la pace e il castello passo a Siena. Nel 1417 iniziò la costruzione della nuova fortezza bastionata attorno al nucleo originario della rocca. Dopo anni di scaramucce e passaggi di proprietà secondari, sempre finiti con il ritorno di Radicofani a Siena, si giunge a quello che possiamo considerare l'ultimo fatto storico rilevante che interessò la rocca: nel 1555 fu assediata, bombardata e invasa dalle forze imperiali.
 La primitiva rocca ha una pianta quasi triangolare ed è dotata di un possente mastio e oggi si presenta in buono stato grazie ai lavori di restauro effettuati nel 1929. All'interno del mastio è oggi ospitata una stazione meteorologica. Interessanti sono anche i resti degli altri lati del nucleo più antico, con resti di beccatelli per la difesa piombante e delle altre torri d'angolo. Attorno a questa si svolge la prima cerchia della fortezza bastionata costruita in belle pietre da taglio, con quattro lati irregolari, oggetto di un importante lavoro di restauro che la sta riportando al suo antico splendore. Questa fortezza fu in seguito ampliata verso nord, essendo il lato sud già naturalmente protetto da una forte scarpata, ma di queste mura non restano grandi tracce, ad eccezione dei bastioni  d'angolo al fianco di uno dei quali si apre l'antica porta d'accesso. Le due fortezze cingono in pratica l'intera rupe basaltica su due livelli differenti, rendendo quasi impossibile raggiungere il cuore della fortificazione da qualsiasi lato. Il castello è stato restaurato con un progetto Fio del valore di oltre 9 miliardi. Dal gennaio 1999 la fortezza è stata riaperta al pubblico dopo tanto tempo e oggi è visitabile grazie ad un perfetto restauro che ha riportato alla luce tutti i camminamenti sotterranei e le postazioni di tiro. Per informazioni contattare la Fortecoop, cooperativa che da gennaio 1999 gestisce il castello: Tel. 0578-55867. Domenica 1 agosto 1999 si terrà presso il castello la prima festa medievale.
La Chiesa di San Pietro a Radicofani
 La Chiesa di San Pietro, in stile romanico, sorge nel cuore dell'abitato. La sua costruzione risale al XIII secolo.
  La chiesa presenta una facciata molto semplice sulla quale si apre una bifora. Dal suo lato sinistro si eleva un campanile di forma quadrangolare.
  L'interno, a tre navate, si presenta finemente decorato in stile gotico-laziale. Sulla destra è possibile ammirare una statua in terracotta invetriata di scuola robbiana raffigurante l'"Annunciata" e una "Madonna del Camposanto" realizzata in legno da Francesco Valdambrino (1363-1435).
 Sull'altare maggiore è posta una pregevole terracotta invetriata raffigurante un "Crocifisso con la Maddalena" realizzata congiuntamente da Benedetto Buglioni (1459-1521) e Santi Buglioni (1494-1576).
 Presso l'altare posto a destra del maggiore è possibile ammirare una "Madonna col Bambino e i Santi Antonio Abate e Giovanni Battista" di scuola robbiana e su quello a sinistra un elegante dossale robbiano raffigurante "Madonna col Bambino e i Santi Michele e Caterina d'Alessandria".
 Sul ciborio infine è alloggiata una pregevole pittura a olio su rame del XVI secolo raffigurante "Gesù Trionfante".